Celeste Chiappani Loda

Critica

Ognuno è solo di Celeste Chiappani Loda

memorie d'anteguerra

L'infanzia di Celeste Loda […] si snoda lungo le pagine di Ognuno è solo, un libro di memorie […].

La protagonista bambina […] conosce poche gioie e grandi sofferenze, sia fisiche che morali, cui non è [estranea] la grossolanità di alcuni compaesani, l'alterigia di altri, l'insensibilità di molti, per i quali pure la vita dura e difficile è una quotidiana lotta per la sopravvivenza.

Il mondo infantile di Celeste è popolato più di disincantamenti che di speranze, più di delusioni che di piccoli gesti che scaldano il cuore e ciò le fa conoscere anzitempo il bene ed il male, dandole quell'impronta di pessimismo che l'accompagnerà nella vita e riaffiora continuamente, sia pure con diversa intensità, in tutta la sua produzione letteraria.

Ognuno è solo è un libro di memorie in cui i ricordi della protagonista si snodano seguendo linee inconsuete e non previste, per richiami ed accostamenti che nulla devono alla consequenzialità temporale, ma si agganciano a casuali richiami affettivi di disagio o di dolore, di ribrezzo o di sofferenza, più raramente di dolcezza e d'amore.

Le memorie sono il tessuto connettivo di questo libro, non nostalgico ricordo di un'infanzia felice ma esperienze dolorose mai dimenticate, sofferenze rimaste vive e lancinanti sotto la polvere del tempo, ferite mai rimarginate, grumi di dolore che riaffiorano in continui spasimi di rancore. Basta un gesto, una parola, una linea d'ombra per riportare alla memoria della protagonista una folla di ricordi che sgorgano da un cuore offeso, e la penna graffia la pagina stigmatizzando scelte e comportamenti. Dalle pagine di questo libro emerge anche l'eterno dramma dell'uomo: il rapporto di noi con gli altri, di noi in mezzo agli altri, la difficoltà a comunicare che può nascere dall'egoismo o dall'ottusità, dal pregiudizio o dall'intolleranza, ma può scaturire anche dal nostro essere.

[…]

Anche Celeste Chiappani Loda ha una provincia da raccontare, una provincia che è geografica, ma soprattutto umana; una provincia amara, difficile, un piccolo mondo meschino in cui i buoni sentimenti paiono soffocare fra gli artigli di una quotidianità intessuta di grandi ristrettezze e di piccole gioie […].Pochi i momenti sereni: eppure la scrittrice bambina sa godere delle piccole cose e si imprime nella nostra immaginazione quando nelle sere d'inverno […] ascolta affascinata i racconti del Celestina, il girovago dai mille mestieri e dal raccontare affascinante, in un incanto che le fa dimenticare le brutture che la circondano e dà ali alla sua fantasia; o quando, seduta accanto alla nonna Cristina che cuce, le recita le poesie imparate a scuola: momenti preziosi di "sublime pace dell'anima dove il sognare diventa lecito e sacra la speranza" (p.225).

Un grido lacerante esplode nel titolo:

 

OGNUNO È SOLO!
Non pretendere
ch'io ti veda nell'anima
e ti riconosca.
Cieco è l'odio
e cieco è l'amore.
OGNUNO È SOLO
nella sua caverna
buia e profonda
dove l'eco degli altri
penetra
fragile e incerto.

Ma nessuno è un'isola.

C'è nonna Cristina, una donna semplice che ispira la sua vita a pochi principi, ma saldi e messi in pratica giorno dopo giorno alla luce degli insegnamenti del Vangelo. E la sua casa è un'isola di pace operosa e accogliente in cui Celeste vive i momenti più dolci e sereni della sua difficile infanzia.

C'è la maestra Barera. […]

Ci sono la mamma ed il papà che nascondono goffamente dietro un'asprezza aggressiva che può apparire gratuita, tutta l'angoscia, tutta la preoccupazione per questa figlia di gracile costituzione, sensibile ed intelligente […].

L'amarezza è il sentimento vivo che circola in molte pagine del libro ma non c'è solo il rancore; la pietà, l'altro sentimento che via via s'intreccia inestricabilmente: la pietà verso chi è più misero ed indifeso, per gli uomini come per gli animali.

Artemisia Botturi Bonini, saggista e critica letteraria